Chi ha detto che dopo la salita c’è sempre una discesa?

Di solito è una metafora per dire che una volta superate le difficoltà, le cose vanno meglio. Ma prende spunto da un fatto in teoria incontestabile: se sali, prima o poi devi scendere. Fino a domenica scorsa anche le gare di corsa fatte con saliscendi sembravano confermare. Poi, però, ho provato la Speata. Partenza a Subiaco, arrivo a Monte Livata, quasi mille metri di dislivello. Totale: 12 chilometri. Metri in discesa: zero. Metri in pianura: zero. Dopo la salita non c’è niente, se non l’arrivo. E si arriva così. (Ha ragione lo speaker: “E’ durissima”. Però da fare una volta nella vita)

11 thoughts on “Chi ha detto che dopo la salita c’è sempre una discesa?

  1. Simone

    Confermo. Un’esperienza bellissima. Uma gara dove devi essere sempre presente a te stesso se decidi di non mollare. Non so se la rifarei ma vale la pena averla fatta. E mai dire mai, perché mi sono davvero divertito. E la lucida (?) follia del corridore è dirlo il giorno in cui soffri come un cane per una salita che non spianava mai mai mai, neppure dopo l’arrivo!

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    1. Luca Pelosi Post author

      A un certo punto sono riuscito perfino a godermi il panorama… Ma è stato solo un attimo, perché la strada continuava a salire!

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  2. Roberto

    Lo sforzo che non e’ fatica ibrida ma esaltazione.La sfida con te stesso e contro “il campo” come a Golf senza confort pero’.La salita e’ il massimo per un ciclista,per un maratoneta un evasione,che tempra lo spirito.Bravi!La delegazione romana vuole che venga giu’ per il “riconoscimento” del corpo….io,che ho un rapporto con la confusione di diniego,vorrei vivere nella totale tranquillita’,la citta’ diventa un ostacolo,vero,pero’ superabile.

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  3. Roberto

    Per quanto riguarda Roma Radio mi sento uno di voi,sara’ una cavalcata giornaliera’ compatibile col lavoro da turnista,sara’ un annata speriamo vincente Luca.Certo!

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  4. roberto

    lo sport, che considero una delle più alte espressioni dell’uomo, è sia il mio lavoro sia il mio svago.
    Ho ripreso le tue parole che fanno venire i brividi, oggi ho faticato tra gli sterrati di Romagna e Toscana, se penso alla confusione che ho visto sull’A1 tornando a casa, mi sento un fortunato. 1410 metri di dislivello nel totale silenzio a contatto con la natura, non sono un fenomeno nello sport, mi sento pero’ un privilegiato perche’ se fare fatica e’ poi raggiungere una soddisfazione di tappa e alzare le braccia, questo fara’ si’ che il Giro non terminera’ mai finche’ avro’ le forze per godermi questi momenti impagabili che ti fanno alzare il di’ dopo, soddisfatto di te stesso, in armonia e in pace, pronto con gli occhi feroci per la prossima sfida, che continua.

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    1. Luca Pelosi Post author

      E’ esattamente così. Bellissima descrizione di sensazioni che sono uguali a qualsiasi livello si faccia sport nel modo giusto, non serve essere fenomeni. Serve dare il massimo per migliorarsi. E lo sport ti fa migliorare sia come atleta sia come persona. Ne sono sempre stato convinto. (Oggi ripetute sui 2000 a 950 metri di altitudine 🙂 )

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  5. roberto

    Sei un bravo ragazzo che ha scelto una linea editoriale vincente nella vita, ti stimo.
    Ti inviterei a mangiare i cappelletti qui’ da me.Parlare di sport con te vuol dire imparare cose che non si sapevano e disquisire ad alto livello.
    Gli isterismi non portano a nulla, le fazioni arroccate non insegnano niente, lo sport apre la mente e affina il dialogo.
    Quando vedo il figlio della mia compagna stare ore davanti al pc e vivere quella vita connessa al wifi senza una minima voglia di sport, mi arrabbio.
    Dico questo perche’ la testa da sportivo non e’ cosa consolidata nei giovani, meglio un aperitivo, meglio la panza, meglio fare i fenomeni del nulla e mettersi in gioco nel niente.
    Scusami, ma che demagogia spicciola e’ quella di attaccare gli sport con i fucili, mi sembra di combattere il topolino e far finta dell’elefante.
    Non farei male ad un uccellino ma che c’entra con i fucili olimpici o le carabine, stiamo passando l’asticella per non so che cosa, lasciando passare cose importanti e determinanti per un quieto vivere.
    Mi invecchio in un mondo che non mi piace, che vuol colpire l’aria mentre gli cade una montagna addosso.

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    1. Luca Pelosi Post author

      Purtroppo secondo me dipende tutto, o almeno molto, dal fatto che lo sport non è considerato una cosa importante dalla società. Tante distorsioni, cattive abitudini, cattivi modi di pensare, cambierebbero se invece lo fosse. E cambierebbero in meglio. Ma questo purtroppo deve partire dall’alto e così non è. Dall’alto si plana sullo sport solo quando serve.

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