Il (secondo) film su Chuck Wepner, il pugile che era Rocky Balboa

PS-2205-AliWepner-posters_lLa cosa bella della storia di Chuck Wepner non è tanto il fatto che hanno fatto un film su un anonimo pugile da 35 vittorie, 14 sconfitte e 2 pareggi. Presentato in questi giorni alla mostra del cinema di Venezia, fuori concorso, interpretato da Liev Schreiber e Naomi Watts. Si chiama “The Bleeder”. E non è neanche il fatto che un giorno quel genio di Don King decise che era il profilo perfetto per sfidare Muhammad Alì nel primo incontro dopo essersi ripreso il titolo di campione del mondo a Kinshasa contro Foreman. Era bianco, era stato un marine e non avrebbe mai potuto vincere. Aveva già perso, peraltro, con due dei più grandi avversari di Alì: George Foreman (Ko tecnico alla terza ripresa) e Sonny Liston (Ko tecnico alla decima ripresa). Ma la cosa bella era proprio quella: diamo la possibilità a un pugile qualunque di sfidare il campione del mondo. L’America è la terra delle opportunità, no?

La cosa divertente della storia di Chuck Wepner non è la risposta che gli diede la moglie quando, WEPNER-KNOCKS-OUT-ALÌla sera prima dell’incontro (che avvenne il 24 marzo 1975), lui le disse che la notte successiva avrebbe dormito col campione del mondo dei pesi massimi. «Vado io nella sua stanza d’albergo o viene lui da me?» E non è neanche il fatto che Chuck, soprannominato “Bayonne bleeder” (il sanguinolento di Bayonne), perché spesso riusciva a rimanere in piedi negli incontri pur diventando una maschera di sangue, a fine carriera provò a rientrare perché voleva battere il record di punti di sutura che apparteneva – e rimase – all’italiano Vito Antuonfermo (359, per la cronaca, mentre Chuck si fermò a 329). E non è neanche che la sua attività principale fosse quella di vendere liquori.

21635-39La cosa drammatica della storia di Chuck Wepner non è in ciò che accadde quel giorno a Richfield, tra Cleveland e Akron (cioè tra dove gioca e dove è nato LeBron James). Quel giorno Chuck Wepner, che ovviamente era dato sfavorito da tutti, mandò al tappeto Muhammad Alì al nono round. «Siamo ricchi!» urlò al suo manager all’angolo. «Girati – risponde il manager dopo meno di un secondo – Alì si è rialzato». A quel punto il campione del mondo inizia a scaricare una serie di colpi di impressionante violenza, come forse mai prima di allora, per sei riprese. Sì, sei riprese. Perché Chuck Wepner gronda sangue, barcolla, cade, si rialza per miracolo e resta in piedi fino a 19 secondi dalla fine del match quando l’arbitro Tony Perez ferma tutto. Ma resta il fatto che Chuck è rimasto praticamente in piedi fino alla fine, tra l’incredulità di tutti, compresa quella dello stesso Alì. «Non esiste al mondo un altro essere umano che avrebbe potuto resistere per 15 riprese come queste» dirà “The Greatest”, naturalmente vincitore ai punti.

La cosa bella, divertente e drammatica della storia di Chuck Wepner è che al match assiste anche Sylvester Stallone, poco più che un aspirante attore, decisamente squattrinato. Stallone lo incontra perché vuole fare un film ispirato alla sua storia e gli fa una proposta per i diritti: «O 70mila dollari subito o l’1% sugli incassi futuri del film». Come si chiama il film che fece Stallone lo avete già indovinato. Indovinate cosa scelse Chuck?

Se vi è piaciuta questa storia in “Olimpiche, storie immortali in cinque cerchi”, ne trovate molte altre.

10 thoughts on “Il (secondo) film su Chuck Wepner, il pugile che era Rocky Balboa

  1. Roberto

    Kinshasa, un giorno storico per uno sportivo datato. Che supremazia mentale prima della pura forza, li annientava cosi’. Foreman picchiava il doppio, Ali’ chirurgico nell’addormentare il rivale come un domatore di serpenti. Altro pugile super intelligente e super tecnico e’ stato Sugar Ray, girava al largo dal pugno micidiale di Mano de piedra. Tempi incredibili, che boxe incredibile, tanti fuoriclasse..wba e wbc

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    1. Luca Pelosi Post author

      La proliferazione delle sigle ha rovinato tutto. Ma ci sono stati anche meno campionati. Mayweather e De La Hoya gli ultimi, per me.

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  2. roberto

    Ogni peso aveva un campione.
    Hagler, Hearns, i filippini , Boom Boom Mancini, tifavo per il messicano Chavez.
    Arguello se picchiava, i portoricani eheh Luca.
    Tanti che dimentico, allora era Boxe, ora e’ un box da ripostiglio.
    E Monzon che ricordo da bimbo, vagamente, ma certi nomi poi li rivisiti.
    Damiani e’ di Bagnacavallo, veniva al bar qui’ a Mezzano spesso, le pizzette surgelate che si mangiava, aiutoooo.
    Non hai apprezzato il mio dipinto Academico su di te, forse ho toccato tasti che non ti sono piaciuti su descrimazioni o presunte tali. Peccato.

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  3. roberto

    non ha nulla di presuntuoso la mia definizione dipinto, volevo mettere in risalto l’essere distinto..e’ nel tuo post dei 5 cerchi…
    Forse mi sono spiegato male in quel frangente, premetto che sono in disaccordo totale sulla gestione di chi delinque qui, aime’ almeno da noi l’80% sono stranieri, se fossero italiani gli farei del male uguale.
    Strutturalmente non sono razzista, devo adeguarmi ed incazzarmi su quello che leggo pero’ ogni giorno, ti parla un operaio che lavora con stranieri e a tanti gli darebbe il portafoglio. Il mio braccio destro e’ del Marocco per dire e guai chi me lo tocca.
    Divido tra chi si comporta bene e chi male, questo e’ il nesso…perche’ dico questo riferito al Boca…perche’ anche se sono un operaio e nemmeno con troppo studio riesco a ragionare e confrontarmi, in Argentina gli estremi sono molto estremi e la capacita’ di ragionarci si affievolisce, se hai a che fare con la tipologia classica del tifoso Boca, ti infili in meandri di gente che piange nella sagra del paese per la madonna qui’ da noi e invoca gli spiriti di Cavallo Pazzo, io non riuscirei ad identificarmi con questo modo mettendo gli dei o gli astri davanti al resto nel 2016
    Questa e’ la mia idea sul pensiero bostero ,una disperazione a tutti i livelli, Dio e’ del Boca dicono, ladri come pochi, arbitri che gli regalano partite, il vecchio capo della Conmebol ha dichiarato che hanno comprato partite anche per la Libertadores…e’ che fa moda tifare per il Boca, dici Boca e ti pari il sedere..ma e’ sempre sporco.
    Tutto questo racconto perche’ credevo tu avessi trovato nel post Academico delle cose offensive.

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  4. roberto

    Ultras Tito Cucchiaroni, uno dei primi gruppi ultras d’Italia,ex giocatore del Tigre e amato nella zona norte dove e’ ubicato il Club Atletico Tigre a Victoria…poche

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  5. roberto

    Cambiando discorso, lo conosci Marco Lucente, procuratore federale vicino a Petrucci, credo lavori nel settore Basket, l’hai sentito nominare?
    Nel week ero da lui, e’ il 1° cugino della mia Fagiana o passerotta, abita a Vigna Clara…in un bellissimo posto, una cavolata arrivare fino all’Olimpico a piedi.

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    1. Luca Pelosi Post author

      Non conosco di persona, ma sentito nominare più volte, è il procuratore federale della federbasket!

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  6. roberto

    siamo usciti dal suo comprensorio privato, mi ha fatto specie vedere nella palazzina accanto l’On Cicchitto in tuta con il cagnetto al guinzaglio.
    Non ero mai stato a Roma, dopo la partita e la cena, abbiamo fatto un giro in macchina, e’ stupenda, Gianicolo, Colosseo, Circo Massimo,poi non so bene…abbiamo girato due ore.
    Non sono adatto alla città’, ma Roma e’ favolosa.
    Il giro e’ continuato la Domenica, c’erano persone che correvano a piedi, chissà’ che non incontri Luca ho pensato.
    Fontana di Trevi, il Pantheon, colazione in Piazza di Pietra e Marco che spiegava tutto.
    MERAVIGLIOSO.
    Perche’ se fossimo a Berlino lo stadio sarebbe gia’ a meta’…ehhh. viviamo proprio in uno staterello di…

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    1. Luca Pelosi Post author

      Stavo correndo, domenica. Ma a Ostia! Sì, viviamo in uno staterello di… Poi facciamo un giro per Roma e ci fermiamo di fronte alla sua bellezza… ed è proprio questo che ci frega! 😀

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