Le Olimpiadi del 1936 – Ovvero, una sera a teatro con Federico Buffa

le-olimpiadi-del-1936-2-copiaIniziamo dalle basi. Punto primo: Federico Buffa è talmente coinvolgente che sarebbe capace di raccontarti la sua lista della spesa o cosa ha mangiato a colazione, finendo col rapirti totalmente. Punto secondo: le Olimpiadi sono la cosa più bella inventata dall’uomo, anzi, nella storia delle Olimpiadi c’è la storia dell’uomo. Punto terzo: i Giochi di Berlino 1936 sono stati i più straordinari e irripetibili (per fortuna, sotto certi aspetti) dall’antica Grecia non ad oggi, ma a domani. Bastano questi tre ingredienti per rendere imperdibile lo spettacolo “Le Olimpiadi del 1936”, in programmazione al teatro Sala Umberto di Roma fino al 6 novembre (e poi in giro per l’Italia). E invece l’anno scorso me l’ero perso. Per fortuna il tour è ripreso e stavolta non mi è sfuggito.

I Giochi di Berlino vengono visti attraverso l’occhio disincantato di Wolfgang Fürstner, colui che le-olimpiadi-del-1936-6-copiaavrebbe dovuto essere il capo del villaggio olimpico e che invece fu retrocesso a vice capo, date le sue origini ebraiche. Buffa interpreta proprio Fürstner, figura centrale anche del libro “L’ultima estate di Berlino” scritto con Paolo Frusca, che di questo spettacolo è la trasposizione letteraria. Dietro allo spettacolo, aspetto sempre apprezzabile, c’è sicuramente un grande lavoro di preparazione. Sia dal punto di vista storico, si nota da tantissimi dettagli, sia da come “l’avvocato” sa stare sul palco.

edgt66994gLe storie sono scelte sicuramente bene, approfondite nel modo giusto al punto tale che si perdona anche qualche concessione alla leggenda, ad esempio sulla figura di Leni Riefenstahl, la regista del film ufficiale “Olympia”, che peraltro era leggendaria già all’epoca. Curiosità: sono le stesse concessioni presenti anche in “Race”, il film dedicato a Jesse Owens in cui Buffa presta la voce al telecronista e uscito dopo lo spettacolo teatrale. I musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la cantante Cecilia Gragnani impreziosiscono il racconto, ma dal mio punto di vista la parte migliore dello spettacolo è la seconda, in cui Federico Buffa è da solo sul palco. Non è più Wolfgang Fürstner, è proprio Federico Buffa (non a caso – credo – indossa una giacca che prima non aveva), a raccontare le storie di Jesse Owens e del maratoneta Kitei Son (nome giapponese, ma in realtà…) e diventa totalmente magnetico.

Spettacolo da vedere, insomma. Una delle tante dimostrazioni di quanto lo sport sia cultura nel 19149495senso più alto del termine. Sia per chi non ne sa molto, sia per chi ha scoperto Federico Buffa solo negli ultimi anni in cui si esprime anche sul calcio, sia per chi ne ha fatto da decenni un oggetto di culto grazie alle sue telecronache di basket NBA e NCAA. Costoro non faranno fatica a cogliere un paio di citazioni che sembrano un omaggio di Buffa ai suoi fans di lungo corso, ma tutto sommato lo sono anche a se stesso. Perché negli anni non si è snaturato, ha “semplicemente” aggiunto cose al suo talento di narratore e al suo bagaglio di conoscenze. Ed è bello, in un certo senso, “condividerlo” col grande pubblico continuando a coltivare la nostalgia per le telecronache di basket e per i mitici “Black Jesus”.

 

Ah, ci sono tante storie olimpiche, molte su Berlino 1936, in “Olimpiche, storie immortali in cinque cerchi“.

 

2 thoughts on “Le Olimpiadi del 1936 – Ovvero, una sera a teatro con Federico Buffa

  1. Roberto

    Buffa e’ un artista. Ci mette quel pepe sul racconto, non della Juve, lo ascolto in generale e soprattutto quando parla del Futbol argentino. Li’ succedono e sono successe cose impossibili da credere. “Un canto al futbol” come disse Rodolfo De Paoli al gol meraviglioso di Riquelme alla Bombonera su calcio piazzato contro il River, i nemici di sempre. “Lo puso con la mano” Un giornalista di Brescia amante di Veron mi apri’ la porta del Sudamerica, ne nacque un amore. Mi ricordo di una sera in spiaggia dove si ballava, salutai gli amici per venire a casa e su streaming guardare All Boys-San Martin de San Jauan, rimasero basiti.

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