Oksana Chusovitina, la ginnasta meno uguale delle altre

Oggi iniziano i Giochi olimpici di Rio. E inizia il programma della ginnastica artistica. Noi tifiamo per… Oksana Chusovitina, Uzbekistan, volteggio.

oksana1 Uno dei luoghi comuni dello sport recita che le ginnaste sono tutte uguali. Non è proprio così e chi potrà vedere le gare di Rio se ne accorgerà. Grazie a un sistema di qualificazione un po’ particolare più di una spiccherà, anche se non necessariamente per bravura. Non sarà difficile distinguere Marisa Dick, prima rappresentante della storia di questo sport di Trinidad&Tobago, come Dipa Karmakar, che è pure forte, lo è per l’India. Poi la giamaicana che fa lo stesso gesto di Bolt Toni-Ann Williams, oppure Irina Sazonova, perché dopo gli Europei di calcio un’islandese non si nega a nessuno…

Però un fondo di verità c’è, non c’è dubbio. Devono essere tutte piccole, di età e di fisico, perché oksana-chusovitina-3serve un’elasticità muscolare non comune. Ma la meno uguale di tutte è difficile da distinguere da lontano. È alta 1.50 e pesa 43 chili. Solo che se ti avvicini, capisci che è molto diversa dalle altre. Lo capisci da qualche ruga sul volto e dai muscoli induriti da anni di fatica. Già, gli anni: 41. Sì, 41. Non 14. Quando li aveva, 14 anni, Oksana Chusovitina aveva già vinto un titolo nazionale dell’Unione Sovietica. A Rio parteciperà alla sua settima olimpiade. Ma non nel tiro o nell’equitazione, dove di solito si fanno questi record (il più longevo viene appunto dall’equitazione, Ian “captain Canada” Miller: 10 partecipazioni dal 1972 al 2012, saltando solo Mosca 1980), ma nella ginnastica artistica.

oksana1«Dovete chiedere a mia madre» dice lei, dando alla genetica meriti che sono tutti suoi. Perché non solo Oksana gareggia contro avversarie che non erano nate quando lei iniziava, ma è pure mamma. Infatti non ha paura del virus Zika. «Mica vado a Rio per restare incinta». Ci restò nel 1999, quando nacque Alisher, frutto dell’amore con Bakhodir Kuranov, lottature conosciuto ai Giochi asiatici del 1994 e uzbeko come lei. Infatti Oksana dopo aver ottenuto i primi successi sotto la bandiera dell’URSS e aver esordito ai Giochi olimpici nel 1992 come Comunità degli Stati Indipendenti (medaglia d’oro nella prova a squadre), dal 1993 gareggia per l’Uzbekistan. A proposito, ha anche un altro record, perché non solo al termine dei Giochi di Rio avrà 7 partecipazioni alle Olimpiadi, ma sotto tre bandiere diverse. Dal 2005, infatti, gareggia per la Germania. Una forma di ringraziamento per la nazione dove, dopo tanto penare, trovò finalmente la possibilità di curare il figlio, che a soli 3 anni aveva contratto la leucemia. Per la Germania ha vinto anche due medaglie mondiali e un argento olimpico a Pechino nel volteggio. Poi ha smesso. Quattro anni dopo ha smesso ancora, dopo Londra 2012. Infine eccola qui, a Rio, di nuovo con il body dell’Uzbekistan. Delle sue tre patrie, è quella che le ha dedicato un francobollo ma è anche l’unica per la quale non ha vinto alcuna medaglia (ne ha anche 11 mondiali, di cui 3 d’oro). Per ora. A Rio porterà il salto Produnova, cosa che sanno fare in poche e che lei ha perfezionato durante tutto l’anno. Non è ancora finita, la storia di Oksana. La ginnasta più uguale delle altre.

Ah, Alisher sta benissimo e gioca a basket. Suo papà, quando gli chiedono di Oksana, scuote la testa rassegnato e dice: «Non smetterà mai…»

6 thoughts on “Oksana Chusovitina, la ginnasta meno uguale delle altre

  1. Fabio

    Grandissima Oxana. Ottima scelta di apertura per il tuo “non blog”. Buon lavoro, ti seguirò.

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  2. Roberto

    Cultura sportiva di elevata tacca che sfocia,senza alberi o rovine,nel mare delle Olimpiadi e le sue infinite storie.La fazione la lascia,nemmeno ce l’ha,nel “casone”,il garage romagnolo.Senza difficolta’,per natura,si distingue con il suo modo ineccepibile e pacato,non senza mostrare aghi di pino,quando servono.Io mi fido di te.At salut!

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