Il nero francese, il bianco francese e un giornalista di boxe vietnamita…

“Il ring è l’unico posto dove un nero può picchiare un bianco senza essere linciato”. La frase è di Malcolm X, che a 13 anni si era esaltato per la vittoria di Joe Louis su James J. Braddock. E si entusiasma ancora di più l’anno dopo, 1938, quando Louis si prende la rivincita su Max Schmeling, il pugile del nazismo. Non è ancora nato, invece, nel 1922, quando dalla Francia arriva una delle dimostrazioni antirazziste che in quegli anni il pugilato può offrire. Il protagonista è un altro Louis, solo che Louis è il nome. Louis Baye Fall, francese nero (nato in Senegal a, appunto, Saint-Louis), chiamato Battling Siki, sfida Georges Carpentier, francese bianco. In palio c’è il titolo mondiale ed europeo dei mediomassimi.

La vicenda…

…è simile a quella che coinvolgerà l’Italia nel 1928 nella sfida tra Mario Bosisio e Leone Jacovacci, mulatto che nel 1922 si fa chiamare John Douglas Walker ed è sparring partner di Carpentier. Per la sua storia vi rimandiamo allo splendido libro “Il nero di Roma” di Mauro Valeri. Più che a Joe Louis, in verità somiglia a Jack Johnson, le cui vittorie all’inizio del secolo avevano addirittura provocato rivolte bianche. Entrambi non si fanno scrupoli nel fare le cose che a Joe Louis vengono sconsigliate: scommettere, sposare donne bianche, rispondere alle provocazioni.

Il 25 settembre 1922…

…a Montrogue ci sono quarantamila persone. Alcune di queste, a bordo ring, sanno che Battling Siki ha accettato di lasciar vincere Carpentier (che è un ottimo pugile, è arrivato anche a sfidare Jack Dempsey) in cambio di una più che discreta somma di denaro. Per soldi si era arruolato nell’esercito francese, si era fatto valere durante la grande guerra e ne aveva ricavato anche alcune decorazioni. Per soldi pare avesse accetato di perdere, finché però accade qualcosa che non può accettare. Viene messo al tappeto. E scatta l’orgoglio. Si rialza e alla sesta ripresa manda Ko Carpentier. L’arbitro trova un pretesto per squalificarlo ma i giudici, dopo una ventina di minuti per sedare le proteste del pubblico, gli danno la meritata vittoria.

I suoi festeggiamenti…

….adeguatamente pubblicizzati dalla stampa francese, denotano una tendenza all’alcol che nei tre anni successivi lo rovinerà. Nel 1925 sarà assassinato a New York, l’autore del gesto verrà individuato in un personaggio legato al giro delle scommesse. Aveva perso l’orgoglio che, sul ring di Montrogue, l’aveva portato a ribellarsi anche a se stesso, facendo vincere il francese nero sul francese bianco. Tra i pochi giornalisti che non lo attaccano, dopo le feste, ce n’è uno che scrive:

“Da quando esiste il colonialismo, alcuni bianchi sono stati pagati per spaccare la faccia ai neri. Per una volta un nero è pagato per aver fatto altrettanto nei confronti di un bianco”.

L’articolo è firmato Nguyễn Sinh Cung. Trent’anni dopo, con il nome di Hồ Chí Minh, guiderà il Vietnam alla liberazione dal dominio francese.

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